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Milano, coppia di cinesi con la febbre: scatta l’allarme per due ghisa

26-02-2020 11:03 - News generiche
"Siamo tornati tre giorni fa da Shanghai", hanno detto agli agenti in via Livigno. Sottoposti al tampone al Niguarda. Ghisa a casa da lunedì in via precauzionale.

Milano, 25 febbraio 2020 - Ore 11.30 di lunedì, siamo in via Livigno, a due passi da piazzale Maciachini. Due vigili sono in pattuglia nella zona quando vengono fermati da una coppia di cittadini cinesi con la mascherina sul volto. «Possiamo essere utili?», chiedono gli agenti. «Vogliamo informazioni sul sito del Ministero della Salute», replicano i due, un uomo e una donna. «Perché? Avete sintomi particolari?», la domanda di prammatica dei vigili. «No, stiamo bene, però siamo tornati tre giorni fa da Shanghai via Mosca», la risposta. A quel punto, i vigili decidono di contattare il 112 per chiedere l’ausilio dei sanitari del 118 e verificare le effettive condizioni dei due. Risultato: uno ha la febbre a 38°, l’altra a 38,5°.

Così i due cinesi vengono caricati in ambulanza e trasportati al Niguarda per essere sottoposti agli esami per l’eventuale positività al Covid-19: fino a ieri sera non erano ancora noti gli esiti degli esami; stando a quanto risulta al Giorno, è stato solo comunicato che la coppia è stata sottoposta al doppio tampone, procedura standard per accertare il contagio e comunque da validare con un ulteriore passaggio a Roma. In via precauzionale, come previsto dalle direttive diramate dal ministero della Salute per persone entrate in contatto con cittadini che potrebbero aver contratto la malattia, i due agenti sono stati lasciati a casa dal Comando in attesa di conoscere il responso definitivo dall’ospedale. Del caso si sta discutendo parecchio tra i ghisa, anche perché la situazione vissuta dai colleghi, qualunque sia l’esito dei test, apre due questioni, già affrontate di recente.

La prima riguarda i controlli negli aeroporti sulle persone che rientrano dalla Cina. La seconda, più stringente per il personale che lavora quotidianamente in strada, concerne invece il contatto diretto con le persone e le norme di protezione da adottare per evitare rischi: il fatto che i due cinesi indossassero la mascherina al momento della conversazione va letto in senso positivo, perché vuol dire che il contatto è stato blando. Del resto, in piazza Beccaria si sono già mossi per far sì che tutti i ghisa operino in condizioni di sicurezza, e l’incontro dell’altro ieri tra il comandante Marco Ciacci e i sindacati di categoria è servito proprio a fare il punto e a predisporre le misure necessarie sia per gli “operativi“ (dal Radiomobile ai vigili impiegati nei vari nuclei in borghese) sia per coloro che svolgono mansioni di ufficio e che non sono protetti da un vetro divisorio. «Attendiamo l’esito dei tamponi – afferma il segretario del Sulpm Daniele Vincini – e siamo vicini ai due colleghi che si trovano in questa spiacevole condizione: speriamo sia solo un falso allarme, sia per loro che per i due ricoverati. Il caso è però significativo perché ribadisce ancora una volta che i ghisa sono sempre in strada al servizio del cittadino».


Fonte: ilGiorno.it

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