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Lettera al Dott. Marco Ciacci, Comando Polizia Locale Milano

03-04-2020 12:06 - News da Foxpol
Egr. Dott. Ciacci,
era il febbraio 2006 quando alcuni operatori della Polizia locale di Milano, tra cui il sottoscritto, mossi dall’entusiasmo e dalla passione per la nostra professione, diedero vita al primo evento formativo presso l’Aula Magna “Pastorino” della Scuola del Corpo di Milano. Quell’evento fu il primo di una lunghissima serie! In aula uno strabiliante Antonello Di Mauro, padre fondatore dell’Ufficio Falsi Documentali, realtà oggi invidiata in tutto il Paese e sicuro punto di riferimento per moltissimi operatori di Polizia ad ordinamento locale e nazionale.

La passione, l’orgoglio e l’entusiasmo portarono, in quella occasione come in tutte le successive, moltissimi colleghi a frequentare quel seminario nel proprio tempo libero e a proprie spese, segno concreto di indelebile dedizione al Corpo e alla propria professione. L’aula “Pastorino” era gremita e i colleghi occuparono anche la gradinata pur di poter assistere alla lezione! Fuori dall’aula, all’accredito, altri colleghi che, con altrettanto entusiasmo e sempre nel proprio tempo libero e a proprie spese, fornivano materiale e indicazioni ai tanti discenti intervenuti.

Quello spirito, che da li a qualche anno permise alla nostra Associazione di diventare un importante punto di riferimento nel panorama formativo di Regione Lombardia e di molti Comandi di Polizia Locale, è il medesimo che ancora oggi muove numerosi agenti e ufficiali che, nel proprio tempo libero e a proprie spese, affollano i nostri eventi.

Uomini e donne appartenenti alla Polizia Locale di Milano, oggi più propriamente definiti appartenenti alla Polizia Locale Italiana, che non hanno mai smesso di credere in questo lavoro e in questa professione; uomini e donne pronti a partire per Genova, Amatrice, l’Aquila e per ogni altra località ove vi fosse una popolazione in difficoltà, sacrificando ciò che di più caro si ha al mondo: il proprio tempo e la propria Famiglia. Uomini e donne capaci di lavorare al fianco di popolazioni provate e stremate dalla sofferenza e bisognosi di aiuto, fosse anche per fornire loro una parola di conforto, un abbraccio, un sorriso! Uomini e donne pronti a vivere “la strada” con la propria gente perché è proprio là, sulla strada, che il termine “Famiglia” assume un significato nobile e unico. Non voglio qui richiamare i tantissimi episodi in cui la Polizia Locale di Milano si è spesa dall’anno della sua fondazione poiché è la storia a menzionarne le molteplici attività.

Oggi, per una scelta che fatichiamo a comprendere nelle modalità in cui essa è rappresentata, agli stessi uomini e alle stesse donne della Polizia Locale Italiana in forza al Comando di Milano è stato impedito di poter assolvere pienamente al proprio ruolo, alla propria vocazione, proprio nella città capoluogo della Regione che più di altre sta pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane strappate ai propri cari. Una pandemia mondiale in cui la Polizia Locale di Milano, egregio Dott. Ciacci, avrebbe voluto e potuto giocare la propria partita da protagonista perché i suoi uomini hanno la preparazione, la competenza, la struttura e l’entusiasmo per poterlo fare, al pari di tutti gli altri attori della Sicurezza oggi in campo.

Comprendiamo benissimo i timori di un diffuso contagio tra gli appartenenti al Corpo e la relativa necessità di tutela della salute degli Operatori, ma un conto è una accurata valutazione di tipo medico-scientifico, a tutela dell’incolumità dei lavoratori, altra cosa è una valutazione molto generica, che suona più di opportunità, per altro lasciata ad una anonima e fredda circolare di Comando.

La Polizia Locale Italiana, da nord a sud, è oggi al fianco dei propri cittadini: interviene a favore degli anziani, porta medicine, porta bombole di ossigeno, scorta i feretri dei deceduti, controlla il rispetto delle Ordinanze e delle Leggi o, semplicemente, rappresenta un avamposto Istituzionale in cui il cittadino riconosce un viso amico e rassicurante, ovvero la concreta vicinanza dello Stato attraverso la sua articolazione locale. In una parola, Dott. Ciacci, la Polizia Locale Italiana è ovunque parte attiva in questa comunione di Paese che è la nostra Nazione e proprio non si comprende come proprio a Milano tale partita la si debba giocare in panchina.

In questa battaglia, come in tante altre purtroppo, abbiamo perso dei colleghi di giubba, dei fratelli, mentre altri sono stati contagiati e giacciono sofferenti nei luoghi di cura e altri ancora non ritornano a casa dai propri cari se non per pochi istanti rientrando subito in servizio; è anche per rispetto nei loro confronti che gli uomini e le donne della Polizia Locale di Milano avrebbero voluto (e dovuto) assolvere ad un ruolo da protagonisti! Tutto ciò ci è stato impedito!

Chi oggi, come me, si sente avvilito e umiliato saprà sicuramente rialzarsi più forte di prima perché noi, egregio Dott. Ciacci, saremo sempre al nostro posto, a fianco della città e col nostro credo, “Nobis Urbem Commendant”, tatuato nel cuore.

Il sentimento che ho voluto testé rappresentare lo dovevo in primis alla mia Associazione e a tutto ciò che essa ha saputo rappresentare in questi anni e che ancora rappresenta; lo dovevo a chi in noi ha creduto e tutt’oggi crede ma, soprattutto, lo dovevo a me stesso che da vent’anni svolgo questa professione con passione e con entusiasmo, indossando ogni giorno la mia divisa, quella della POLIZIA LOCALE DI MILANO, con fierezza ed orgoglio!

Nobis Urbem Commendant!

Cordialità.

Pieve Emanuele, 2 aprile 2020

Il Presidente
Dott. Carloenrico Gandini

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