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Sospendere i tempi di guida? C’è battaglia tra imprese e autisti

07-04-2020 17:13 - News generiche
La ministra dei Trasporti Paola De Micheli deve essere molto dibattuta nell’affrontare una questione che sta mettendo sempre di più gli uni contro gli altri le imprese dell’autotrasporto e i loro dipendenti. Parliamo della sospensione momentanea dell’applicazione del regolamento europeo sui tempi di guida e di riposo, misura richiesta a gran voce dalle associazioni datoriali – Unatras in testa – sulla base del fatto che già più di venti paesi in Europa l’hanno adottata e che sarebbe compensativa delle lungaggini determinate dalle complesse procedure richieste per evitare il contagio.

Misura che peraltro qualche settimana fa la stessa ministra si era decisa a rendere operativa, annunciandone l’introduzione imminente, salvo poi evidentemente tornare sui suoi passi.

Anche perché sul punto i sindacati dei lavoratori sono assolutamente contrari. «Siamo irritati e contrariati – scrivevano ancora ieri Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti in un comunicato unitario – per la richiesta ai ministeri competenti da parte delle associazioni datoriali dell’autotrasporto di aumento dei tempi di guida e di riduzione dei tempi di riposo degli autisti di mezzi pesanti, che metterebbe a repentaglio la salute e la sicurezza degli autisti, oltre che quella dell’utenza di strade e autostrade». Le organizzazioni sindacali si dicevano anche sicure che «da parte ministeriale non verranno prese in considerazione tali richieste provocatorie», anche se aggiungevano che «qualora ciò non avvenisse, ci riserviamo di agire, anche con azioni di protesta nazionali ed europee a tutela della lavoratrici e lavoratori del settore».

La ragione della drastica presa di posizione è dovuta al fatto che il regolamento europeo già prevede di derogare all’orario di lavoro, consentendo di aumentare la prestazione lavorativa fino a un impegno complessivo di 61 ore settimanali con una media di 58. «Nella situazione cui versa il Paese e dove la logistica e i trasporti, con i suoi lavoratori, sono diventati fondamentali – concludono le organizzazioni sindacali – gli autisti degli automezzi vanno tutelati e messi in condizione di lavorare in sicurezza. Invece viene chiesto loro di continuare l’attività in prima linea, ma in condizioni di maggiore stress psicofisico».

Ma su questo argomento si registra un allineamento anche da parte del Coordinamento Lavoratori Autisti di USB, che dalla Liguria esprime «sconcerto ed indignazione relativamente alle richieste» delle associazioni datoriali, giudicando «inaccettabile la deroga alle norme europee sulle condizioni minime di sicurezza legate ai tempi di riposo, guida e lavoro dei lavoratori autisti». Secondo le USB l’emergenza sanitaria è un alibi per ottenere il risultato non soltanto di «calpestare i diritti dei lavoratori», ma anche di mettere «pesantemente a rischio la sicurezza dei lavoratori e degli altri utenti della strada».

Ecco perché il Coordinamento a sua volta rilancia, chiedendo un obbligo di riposo giornaliero notturno presso la propria dimora o struttura alberghiera (con spese a carico del datore di lavoro), vietando il pernotto sul mezzo e riducendo, al contrario, le ore di guida e lavoro proprio per compensare lo stress causato dall’emergenza sanitaria.
Altri richieste riguardano l’obbligo di cambio giornaliero delle mascherine, la fornitura di guanti, di contenitore di acqua da 25 litri e di disinfettante, la sanificazione della cabina una volta a settimana, la messa a disposizione obbligatoria di servizi igienici adeguati.


Fonte: uominietrasporti.it

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